Non solo mucche, ma anche cani e gatti pazzi. Secondo l'Unicel anche i fedeli amici a quattro zampe sono a rischio a causa del morbo della Bse che colpisce i bovini Non solo le mucche, ma anche cani e gatti 'pazzi'. I fedeli amici a quattro zampe sarebbero a rischio a causa del morbo che colpisce i bovini: l'encefalopatia spongiforme (Bse). La denuncia e' dell'Unione casalinghe e lavoratrici europee (Unicel), secondo cui sarebbero circa 100.000 i casi di 'cane pazzo' in Italia e 50 quelli nei gatti. L'Unicel ha infatti condotto una ricerca sul territorio nazionale utilizzando i dati delle anagrafi canine, degli uffici veterinari e delle Asl, portando alla ribalta una questione che definisce "scottante" e che in Italia, denuncia la presidente Licia De Pascalis, "si sta cercando di occultare, di mettere a tacere". Il morbo della 'mucca pazza', e' l'allarme dell'associazione, colpisce dunque anche gatti domestici, con gravi rischi per l'uomo. I dati raccolti, infatti, sono tutt'altro che tranquillizzanti. Per quanto riguarda i cani, afferma l'Unicel, sono circa 10 milioni quelli presenti in Italia, dei quali circa 4 milioni sono regolarmente registrati e dal monitoraggio effettuato su questi amici a 4 zampe, nell'arco degli ultimi 10 anni, emerge un dato: in questo arco temporale si e' verificato un progressivo aumento delle aggressioni canine verso l'uomo, per un totale di circa 200.000 incidenti. Ma in piť della meta' dei casi di aggressione, dunque circa 100.000, rileva l'Unicel, "quella che a prima vista sembrava rabbia da parte dell'animale, ha in realta' rivelato un'infezione da encefalopatia spongiforme". Anche i cani, quindi, sono 'pazzi'. Ed una situazione analoga, sottolinea l'associazione, e' stata monitorata anche per i gatti, il cui numero in Italia ammonta a circa 25 milioni. Gia' dal 1990 infatti, rileva De Pascalis, "era stata segnalata nel Regno Unito un'encefalopatia spongiforme nel gatto domestico e, da allora, sono stati diagnosticati oltre 80 casi ufficiali. Alcuni casi di Bse sono stati rilevati anche in felini selvatici degli zoo". E in Italia? Negli ultimi anni, sostiene De Pascalis, "sono stati accertati circa 50 casi di encefalopatia spongiforme nei felini". Causa della trasmissione della Bse negli animali domestici, denuncia l'Unicel, e' il cibo contaminato, a base di farine animali derivate da prodotti a rischio Bse come ossa di animali, carcasse e sangue. "Una situazione gravissima - afferma De Pascalis - poiche' molti esperti sostengono che la Bse negli animali domestici potrebbe essere pericolosa anche per l'uomo, con eventuale trasmissione da morsi o graffi". Dunque, e' l'intera catena alimentare ad essere a rischio, mettendo in serio pericolo pure gli animali domestici che si pensavano indenni dal rischio Bse. E allora? "In Gran Bretagna - sostiene la presidente Unicel - si parla gia' ufficialmente di Bse nei felini domestici. Purtroppo in Italia, invece, della questione non si parla, probabilmente perche' non si vogliono creare allarmismi. Ma il pericolo - ha concluso - e' piť che reale". |
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