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caccia genova 0e38b84f-3a1f-4bc5-8a6d-c3efe9202674Mani coperte da sangue, accompagnate da una frase di Groucho Marx: “la caccia sarebbe uno sport più interessante se anche gli animali avessero un fucile”. Questa è la provocatoria campagna “No alla caccia” su Genova, ideata dall’artista Aldo Gottardo e patrocinata dall’associazione Gaia Animali & Ambiente.

Per 14 giorni i cartelloni, realizzati interamente grazie a libere offerte di consapevoli cittadini, faranno mostra di sé in 10 punti strategici della città: corso Europa (ponte via Lagustena e via Bettolo), Sopraelevata (altezza s. Benigno), via Milano (sala Chiamata del porto), via 5 maggio-Quarto (monumento), corso Montegrappa, via Pozzo/Dassori, via Tolemaide/Archimede, via Bari (altezza Lagaccio).

“L’iniziativa vuole sensibilizzare sulla brutalità della caccia”, spiegano Monica di Meo, Paola Morsoletto e Roberto Gallocchio, promotori dell’iniziativa. “Questo mese ricomincerà l’attività venatoria in Liguria e in Italia. Le doppiette sparano, gli animali muoiono”.

caccia genova 0c5ee0e3-0d4c-4bf5-be25-3d4e1d4a7662La caccia è un’attività contro gli animali, contro l’ambiente, contro gli uomini”, fa eco il presidente di Gaia Animali & Ambiente, Edgar Meyer. “Gli animali uccisi dai cacciatori italiani, secondo le più prudenti valutazioni, supera i 17 milioni di capi. Secondo altri è di molto superiore. Un massacro operato per divertimento, che deve finire al più presto. Non solo”, prosegue Meyer, “in un solo anno i fucili dei cacciatori italiani vomitano sul territorio del Belpaese 50 milioni di cartucce. Vengono disperse nell’ambiente migliaia di tonnellate di piombo sotto forma di pallini e di plastica dei bossoli non raccolti dai cacciatori”. “Di più”, proseguono gli ambientalisti di Gaia, “oltre a sterminare milioni di animali e a inquinare l’ambiente, la caccia uccide anche gli esseri umani. Nella stagione venatoria 2020-2021 ci sono stati 14 morti e 48 persone ferite. Tra questi non solo cacciatori, ma anche persone che con la battuta di caccia non c’entravano nulla: semplici escursionisti, cercatori di funghi, ciclisti”.

caccia genova 8e0e1f37-6e78-4df2-a030-c5c8388bd276Per limitare questa attività è in atto una campagna di raccolta firme per promuovere un referendum sulla caccia. Come fare a firmare? Si firma negli uffici comunali di residenza (bisogna recarsi all’ufficio elettorale), chiedendo gli appositi moduli per la firma sui referendum nazionali contro la caccia, oltre che presso i tavoli autorizzati delle associazioni. E’ anche possibile firmare online: www.referendumsiaboliamolacaccia.it

“Siamo nel ventunesimo secolo”, concludono Di Meo, Morsoletto, Gallocchio e Meyer. “È giunto il momento di abolire la caccia, attività insostenibile”.

Aiutaci ad aiutare gli animali indifesi:
- dona il tuo 5 x 1000 a Gaia – Codice fiscale Gaia: 97160720153
- iscriviti a Gaia. La quota associativa annuale è di 15 €
- sostieni le attività delle volontarie e dei volontari di Gaia con una donazione libera (anche piccina):
C/C bancario: IBAN IT74 J030 6909 6061 0000 0119 549 presso Banca IntesaSanPaolo  – Milano intestato a Gaia Animali & Ambiente

 

giorgionebbiadi Giorgio Nebbia - email:  Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.


Intravvedo la nascita di una nuova disciplina, quella del commercio dei mezzi per evitare i cambiamenti climatici; la nuova disciplina dovrà occuparsi di come compensare coloro che ci permetteranno di evitare, in futuro, alluvioni o avanzata dei deserti o siccità e i relativi costi monetari e umani.

Come è noto, i mutamenti climatici dipendono da un lento continuo aumento della temperatura “media” della Terra (per ora probabilmente un grado in un paio di decenni); di certo stiamo assistendo ad un comportamento del clima anomalo rispetto al passato; in certe zone e in alcuni anni fa più caldo o più freddo o piove di più in maniera improvvisa, stanno fondendo i ghiacciai e sta aumentando il livello dei mari; in altre zone ancora aumenta la superficie dei deserti. Tali anomalie climatiche sono provocate dall’immissione nell’atmosfera di crescenti quantità di gas provenienti dalle attività umane “economiche” dell’industria, dell’agricoltura e zootecnia, dei trasporti, della vita urbana.

L’aumento della concentrazione nell’atmosfera di alcuni gas, come l’anidride carbonica, il metano, l’ossido di azoto, gli idrocarburi clorurati, eccetera, immessi nell’atmosfera in seguito alla combustione di petrolio, carbone, gas naturale e derivati, alla scomposizione dei calcari nella fabbricazione del cemento, alla produzione di metalli, materie plastiche, concimi, eccetera, alle stesse attività agricole e zootecniche, insomma in seguito alla crescita merceologica ed economica, provoca un riscaldamento lento, ma irreversibile e continuo dell’atmosfera stessa e della superficie degli oceani, dei continenti e dei ghiacciai.

yoga meditazione_fiume_2“Nel ritmo del Respiro, nel ritmo della Natura”
CORSO di YOGA online condotto da Patricia

A sostegno dell’ambiente e dei nostri amici a quattro zampe.
I proventi sono interamente destinati alle iniziative di Gaia Animali & Ambiente per la tutela dei diritti animali e dell'ambiente….

  • Orari disponibili per partecipare alle lezioni:
    lunedì e giovedì mattina ore 8:50 (90 min)
    martedì pomeriggio ore 18:30 (90 min)
    mercoledì mattina ore 10:00 (90 min) 
  • Contributo per un mese:
    frequenza open (tutte le sessioni disponibili): super super super special price € 60 !!
    frequenza mono-settimanale (una sessione alla settimana): € 40

INFO e ISCRIZIONI: 334 2383810 
Le persone interessate potranno rivolgersi per info su yoga e sul corso a Patricia - 334 2383810 - e poi fare il pagamento della quota mensile direttamente su conto di Gaia Animali & Ambiente (C/C bancario di Gaia: IBAN IT74 J030 6909 6061 0000 0119 549 presso Banca IntesaSanPaolo – Milano) indicando chiaramente come causale: corso yoga (e il mese di partecipazione).

Vi invitiamo caldamente a partecipare numerosi ed entusiasti … FAR DEL BENE FA STAR BENE!!!

copertina vegano bastardo 9791220344616_0_536_0_75E' bene ammetterlo subito: sono doppiamente di parte. Primo: conosco Max Morengo da anni, e ne apprezzo la persona e la capacità di scrittura: fresca, brillante, scanzonata, diretta e veloce ma con un background culturale ben evidente (vale sia per la persona sia per la scrittura…). Secondo: in quanto presidente di Gaia Animali & Ambiente, associazione che da anni si batte per i diritti animali e per la sensibilizzazione della dieta veg, ho salutato immediatamente con gioia l’idea che Max mi prospettava di scrivere un libro sulla dieta "plant based".

Il risultato ha corrisposto alle attese. “Vegano Bastardo” spiega, una volta di più, che la dieta veg è salutare: per gli animali (evita di sacrificarne), per l’ambiente (l’industria della carne è seconda causa di emissioni di gas serra e di cambiamento del clima, distrugge le foreste) e per noi stessi (OMS ha valutato la carne rossa come probabilmente cancerogena, mentre lo è senz’altro la carne insaccata). Ma lo fa in maniera simpatica, senza pipponi, raccontando aneddoti. Max mischia abilmente la sua storia personale (con vicende precise: citando Pablo, il beagle che gli ha mostrato una nuova prospettiva sul mondo, l’infanzia, il passato da marketing manager milanese che guidava una Bmw turbodiesel) con quella che può essere la storia di tutti noi: nessuno è nato vegano, tutti noi abbiamo accompagnato la mamma dal macellaio e abbiamo visto pezzi di carne appesi ai ganci. Era normale, anche se un po’ impressione la faceva. Il problema -che Vegano Bastardo contribuisce a risolvere- è passare dalla vaga sensazione alla consapevolezza piena delle proprie azioni.

 

giorgionebbiadi Giorgio Nebbia Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Il medico islamico al-Asuli, vissuto a Bokhara nove secoli fa, aveva diviso la sua farmacologia in due parti: "Malattie dei ricchi" e "Malattie dei poveri". Lo ha dissepolto dall'oblio il premio Nobel pakistano Abdus Salam (1926-1997) in un articolo pubblicato nell'aprile 1963, all'alba dell'attenzione per l'ecologia, per ricordare che anche oggi i paesi ricchi e i paesi poveri sono entrambi affetti da malattie fisiologiche ed economiche che, passando da una parte all'altra, rendono malato il grande, unico corpo della comunità umana.

Il tema è stato ripreso dal Papa nel discorso del 3 luglio 2011, quando ha detto che "moltitudini sfinite si trovano nei paesi più poveri, provate dall'indigenza; e anche nei paesi più ricchi sono tanti gli uomini e le donne insoddisfatti, addirittura malati di depressione. Pensiamo poi ai numerosi sfollati e rifugiati, a quanti emigrano mettendo a rischio la propria vita.". Il "ristoro" annunciato dal Vangelo, "il vero rimedio alle ferite dell'umanità, sia quelle materiali, come la fame e le ingiustizie, sia quelle psicologiche e morali causate da un falso benessere", presuppone l'abbandono della "via dell'arroganza, della violenza utilizzata per procurarsi posizioni di sempre maggiore potere, per assicurarsi il successo ad ogni costo. Anche verso l'ambiente bisogna rinunciare allo stile aggressivo che ha dominato negli ultimi secoli e adottare una ragionevole `mitezza', la regola del rispetto e della non violenza".

"Parole sante", si potrebbe dire, dal momento che davvero i paesi ricchi e i paesi poveri sono entrambi malati. Le malattie fisiologiche dei ricchi provengono dalla insoddisfazione, dall'inquinamento, dalla necessità di rapinare le risorse naturali altrui, specialmente dei paesi poveri, per sopravvivere, dalla necessità di stare sempre in una situazione di pre-guerra per evitare che i poveri si ribellino, e dallo stare in una situazione di continua tensione in vista di tale ribellione. Gli ultimi cinquanta anni sono stati solo apparentemente anni di pace: centinaia di conflitti sono esplosi nei paesi poveri, alimentati anche dai paesi ricchi, interessati a continuare lo sfruttamento degli stessi paesi poveri e a vendergli armi.

Le malattie fisiologiche dei paesi poveri derivano dalla scarsità di cibo, di acqua, di energia, dalle abitazioni malsane, dall'analfabetismo, dalla distruzione della fertilità del suolo e delle foreste, dall'aumento della popolazione. Le giovani generazioni dei paesi poveri migrano verso le grandi città che crescono con i loro grattacieli, circondate da grandi estensioni di baracche miserabili in cui dilagano le malattie e la prostituzione, accanto alle colline di discariche dei rifiuti dell'opulenza delle classi ricche all'interno dei paesi poveri. Da qui un senso di ribellione e la ricerca di una cura nella conquista, anche violenta, dell'indipendenza e della giustizia. I giovani dei paesi poveri, se appena possono, cercano di alleviare la loro miseria bussando alle porte dei paesi ricchi che, spaventati, li respingono senza pietà.

E infine il malessere degli anziani, il cui numero aumenta sempre, nei paesi ricchi spesso abbandonati e privi di affetti e solidarietà e poverissimi nei paesi poveri. La situazione peggiorerà sempre fino a quando le classi dirigenti non si accorgeranno che la cura delle malattie dei poveri è essenziale anche per guarire le malattie dei ricchi. Ma i paesi ricchi possono guarire soltanto con una cura dolorosa e traumatica che richiederà la revisione radicale dei modi di produzione e di consumo, degli stili di vita, del comportamento nei confronti delle risorse naturali e ambientali.

Il cambiamento per forza deve passare attraverso nuovi criteri di giustizia planetaria, basata sulla equa distribuzione dei beni comuni della Terra, come premessa per una qualche forma di pace o almeno di minore violenza nei rapporti internazionali. "Mitezza" verso l'ambiente, ha detto il Papa; mitezza verso l'ambiente e verso il prossimo è stato il messaggio "verde" di Alex Langer (1946-1995) un profeta inascoltato nella nonviolenza. La cura delle malattie dei ricchi e di quelle dei poveri richiede coraggio, diffusione dell'istruzione e delle conoscenze, soprattutto solidarietà che assicuri ai poveri alimenti, assistenza medica, acqua, posti di lavoro, pratiche agricole compatibili con i terreni, accoglienza e integrazione fra popoli ed etnie.

Compiti giganteschi, ma anche entusiasmanti, che richiedono un gran numero di specialisti nel campo delle scienze della natura, nelle tecniche di lotta agli inquinamenti, nei metodi per economizzare le risorse naturali e per riutilizzare le merci usate, nei processi di fabbricazione dei macchinari, degli oggetti, degli alimenti, ma anche governanti capaci di imprimere un orientamento morale ai processi economici. Un grande progetto di speranza.