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giorgionebbiadi Giorgio Nebbia 

Forse una notizia abbastanza buona. In un recente incontro i presidenti delle due maggiori potenze industriali mondiali, gli Stati Uniti e la Cina, si sono accordati per eliminare gradualmente, da ora al 2050, l’uso degli idrocarburi fluorurati, HFC, una classe di sostanze chimiche che stanno sostituendo i cloro-fluoro-carburi (CFC), responsabili della distruzione dell’ozono stratosferico, ma che si sono rivelate a loro volta responsabili del riscaldamento planetario.

Tutto è cominciato quando, nel 1928, il chimico Thomas Midgley (1889-1944) ha scoperto che certe molecole, nelle quali uno o due atomi di carbonio erano legati ad atomi di cloro e di fluoro, anziché ad atomi di idrogeno, come negli idrocarburi, avevano singolari proprietà tecniche. I CFC, non infiammabili, stabili chimicamente, privi di odore, si sono rivelati utilissimi come fluidi propellenti per i preparati commerciati in confezioni spray, le cosiddette “bombolette”, di deodoranti, di vernici e cosmetici, e come fluidi frigoriferi; anzi il loro uso ha determinato il successo dei frigoriferi domestici, tanto utili per conservare i cibi a lungo, e dei condizionatori d’aria che rendono meno afosa l’aria degli edifici e delle automobili.

Ogni anno qualche morto: l’anno scorso un ragazzino. Ogni anno decine di feriti che si accalcano negli ospedali, quest’anno già tristemente sotto pressione. Ogni anno migliaia di animali selvatici che muoiono: l’anno passato ha fatto notizia il decesso di migliaia di storni a Roma. Ogni anno centinaia di cani e gatti che si smarriscono a causa delle esplosioni, gettando nella disperazione altrettante famiglie. Ogni anno l’accensione di fuochi pirotecnici aggrava ed incrementa l’emissione di inquinanti nell’ambiente, che registra picchi clamorosi e contrasta con tutti i provvedimenti di riduzione delle emissioni di polveri sottili e biossido di azoto.

botti-capodanno2Gaia Animali & Ambiente ha deciso di non voler più assistere al bollettino di guerra di ogni fine anno. I legali di Gaia Lex (il centro di azione giuridica dell’associazione), capitanati da Vania Fogagnolo e Erika Del Bianco, stanno lavorando con quelli delle associazioni Leidaa e Oipa a una proposta di legge che limita l’uso di petardi, botti, razzi e simili, nonché altri artifici pirotecnici. Nel rispetto della direttiva 2013/29/UE.

“La letteratura scientifica e numerose rassegne stampa negli anni attestano che l’utilizzo di materiale pirotecnico crea decine di migliaia di situazioni di danno, oltre che alle persone, anche agli animali e all’ambiente”, spiega il presidente di Gaia Animali & Ambiente, Edgar Meyer.

Gli esempi sono centinaia. Nella regione Lombardia la Società AMAT ha redatto una Relazione con la quale attesta che l’utilizzo dei fuochi d’artificio, fumogeni e simili sono fonte non solo di pericolo per i cittadini e di stress, ma anche di episodi molto intensi di inquinamento da polveri come dimostrato anche dagli studi effettuati da ARPA Lombardia e dall’inventario della stessa regione relativo alle emissioni atmosferiche;

gaia botti a48fcb85-bf9c-4cd5-b8fb-1cb04456ec9cL’uso di materiale pirotecnico provoca negli animali domestici e nella fauna selvatica reazioni di disorientamento, paura e altri comportamenti incontrollati in quanto il fragore dei botti, oltre ad ingenerare in loro un'evidente reazione di spavento, li porta frequentemente alla fuga e a perdere l'orientamento, esponendoli così al rischio di smarrimento o investimento, determinando situazioni di pericolo per la pubblica incolumità nonché per gli animali stessi. “L'udito del cane, del gatto e di tanti animali selvatici è molto superiore a quello dell'uomo”, conferma Edgar Meyer. “Noi abbiamo una finestra uditiva compresa tra le frequenze denominate infrasuoni (al di sotto dei 16 hertz) e quelle denominate ultrasuoni (al di sopra dei 15.000 hertz), il cane invece percepisce fino a 60.000 hertz e il gatto fino a 70.000. Il cane è in grado di udire frequenze superiori alle 80 mila vibrazioni al secondo, la sua sensibilità uditiva è talmente alta che i botti gli causano un vero e proprio dolore”.

C’è l’urgente necessità di adottare misure idonee a garantire l’incolumità pubblica, la sicurezza urbana, la protezione degli animali e ad assicurare le necessarie attività di prevenzione, come richiesto da decine di migliaia di cittadini italiani disturbati da questo fenomeno.

La proposta di legge verrà consegnata a tutte le forze politiche. Vedremo chi avrà la prontezza di farla propria”, dichiara il presidente dell’associazione, Edgar Meyer. “Il Capodanno e i giorni che lo precedono siano giorni di festa”, concludono Fogagnolo, DelBianco e Meyer, “ma lo siano davvero. In maniera pacifica. Per tutti: cittadini, ambiente e animali compresi”.

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sindaco 658ce532-5802-4b95-ae27-5a95bb9a8eaaUNA QUERCIA IN MEMORIA DI STEFANO CARNAZZI, GIORNALISTA AMBIENTALE E FONDATORE DI Gaia ANIMALI & AMBIENTE

Le volontarie e i volontari di Gaia Animali & Ambiente, di cui Stefano è stato uno dei fondatori, hanno piantumato mercoledì 22 dicembre 2021 una giovane quercia in collaborazione con il Comune di Segrate, cittadina che gli ha dato i natali.

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La piantumazione della quercia - di 6 anni d’età e 2 metri di altezza - è avvenuta nell’area del parco davanti al cimitero di Segrate (Via Morandi), vicino a dove Stefano abitava e dove ora riposa in pace.

Erano presenti tra gli altri Edgar Meyer, Stefano Apuzzo, Daniela Bellon, Alessandra Corbella, Cristina Donati, presidente e portavoce e consigliere di Gaia Animali & Ambiente, cofondatori e amici dell’associazione, la mamma Lidia Cannatella, il sindaco di Segrate Paolo Micheli.

quercia stefano - meyer mamma lidia sindaco micheli apuzzo 1d7a497d-08dd-4a0e-ad32-21629fb6e07b 2“La quercia è un albero che ha in sè il senso della completezza e dell'eternità. Siamo certi che Stefano apprezzerebbe…”, è l’augurio delle amiche e degli amici e  di Gaia Animali & Ambiente. "Questa piccola quercia diventerà grande, e sarà un condominio di uccelli, di insetti e di biodiversità", ha commentato mamma Lidia. "Un'idea perfetta per Stefano".

quercia stefano - ok 952fd666-bde6-48c5-96a9-60c40291ff2fNel 2018, ancora consigliere nazionale di Gaia Animali & Ambiente anche se impegnato in mille altre imprese, Stefano ha deciso che il sipario andava tirato giù. Questa Terra, per la cui tutela aveva speso le sue gigantesche intelligenze, evidentemente non gli andava più.
“Vogliamo ancora ringraziarlo per la genialità, dispensata con naturalezza. Per l’umorismo intelligente. Per la piacevolezza delle conversazioni. Per i primi anni di Gaia Animali & Ambiente, quelli più spensierati e creativi e belli. Per le idee, incredibilmente inesauribili per oltre 20 anni. Per la classe, la cultura, la leggerezza, il tocco estetico in ogni cosa fatta e in ogni gesto. Per una vita spesa dalla parte della tutela ambientale e dei diritti animali. Grazie, Stefano”, ha commentato il presidente di Gaia Edgar Meyer.


Gaia Animali & Ambiente ringrazia l'agronomo Timoteo Errera di Magia Verde per la professionalità, Antonio Mambriani di Ersaf e il Comune di Segrate per la disponibilità.

StefC___


Stefano Carnazzi, nato a Milano nel 1974, è stato promotore dell’associazione Gaia Animali & Ambiente, collaboratore dei mensili Quark e Focus e curatore delle voci sulle enciclopedie scientifiche per Il mondo in un libro di Sylvestre Bonnard.
Approda nel 2002 a LifeGate, di cui è direttore responsabile della redazione dal 2008 al 2018. Una delle cose di cui va più orgoglioso: il primo GR sul tema dell’ecocultura in Italia.
L’ingresso in libreria è nel 2000 col fortunato pamphlet sull’inquinamento alimentare Quattro sberle in padella. Come difendersi dall’inquinamento alimentare edito da Stampa Alternativa.
A seguire Assassinati. Inchiesta sulla pena di morte nel mondo.
Per la stessa casa editrice dirige la collana Ecoalfabeto - I libri di Gaia (Gaia è forse l'unica associazione di volontariato ambientalista-animalista in Italia a gestire una collana editoriale...), il cui primo titolo nel 2006, Bimbo bio. Come difendere i piccoli dai veleni del mondo.
Per Apogeo ha pubblicato nel 2006 Le pere di Pinocchio. 50 cose da fare per mangiare bene, con Paola Magni.
Nel 2007 è uscito per Xenia il piccolo saggio-rassegna Energie rinnovabili.
Del 2009 è 100 domande sul cibo di Edizioni Ambiente.

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giorgionebbiadi Giorgio Nebbia 

“Rifiuti”: poche parole vengono ripetute con maggiore frequenza anche da ciascuno di noi, a proposito delle proteste per i sacchetti di immondizie che si accumulano nelle strade, contro le discariche o gli inceneritori o a proposito della raccolta differenziata. I rifiuti sono il risultato inevitabile di qualsiasi operazione di produzione agricola o industriale e di consumo delle merci. Per limitarci ai rifiuti solidi, in Italia si tratta di circa 180 milioni di tonnellate all’anno. 32 di rifiuti urbani, 50 di rifiuti industriali, 70 di rifiuti delle attività di cave, miniere e residui di costruzioni, 28 di altri rifiuti. Nel complesso la vita quotidiana di ogni italiano comporta la produzione, ogni anno, di circa 500 chili di rifiuti urbani, di circa 3000 chili di rifiuti totali, pari a cinquanta volte il peso di ciascuno di noi.

Per evitare l’uso inquinante delle discariche o degli inceneritori ai cittadini viene chiesto di effettuare una raccolta differenziata dei propri rifiuti domestici in modo da separare le componenti che potrebbero essere riciclati con minore effetto ambientale negativo, anzi con recupero di materiali economici, di “merci riciclate”, che altrimenti richiederebbero nuove materie prime tratte dalla natura. In generale però non viene adeguatamente spiegato in che cosa consiste il riciclo, un insieme di attività che coinvolge centinaia di aziende e diecine di migliaia di lavoratori, tecnologie talvolta raffinate e un grande giro di affari. Ciascuna delle frazioni di rifiuti, raccolti in maniera differenziata, viene dapprima ritirata da alcune imprese che effettuano una selezione per eliminare le componenti estranee: purtroppo infatti spesso molti cittadini, pur volonterosi, mettono alcuni rifiuti nel cassonetto sbagliato, rendendo talvolta impossibile il riciclo dell’intero contenuto.

il_caso_italiano_industria_chimica_ambientedi Giorgio Nebbia

La Fondazione Luigi Micheletti di Brescia annuncia la pubblicazione del volume "Il caso italiano: Industria, chimica e ambiente" (JacaBook di Milano, 522 pagine con allegato un cd).

Il rapporto fra industria, chimica e ambiente è uno dei più discussi e controversi nell'ambito dei movimenti ambientalisti: molte attività industriali e chimiche hanno effetti negativi sull'ambiente, eppure non possiamo fare a meno dei loro prodotti che vanno dalle conserve di pomodoro ai concimi, dall'acciaio alle schede dei telefoni cellulari, dal vetro delle finestre agli inchiostri, dai saponi alla benzina, a tutto quello che, volenti o nolenti, entra nella nostra vita.

Il libro esamina numerosi casi di violenza ambientale derivati dalle attività industriali: dall'incidente di Severo, in Lombardia, che richiamò l'attenzione del mondo sull'esistenza delle diossine, alla fabbrica di coloranti dell'ACNA di Cengio, in Liguria, che ha inquinato per decenni le acque del fiume Bormida, a quella del piombo tetraetile di Trento, a quella del DDT della Rumianca di Pieve Vergonte, in Piemonte, a quelle di esplosivi della Valle del Sacco vicino Roma, a quella di alluminio di Mori (Trento) che avvelenava le acque dell’Adige già novanta anni fa,.e apre la discussione su come è possibile soddisfare le necessità umane, quelle dei paesi ricchi e quelle dei paesi poveri, con beni materiali meno violenti nei confronti delle popolazioni e della natura.