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Siberia, Russia, ex URSS.
Siberia sterminata, sventrata e inquinata da megaimpianti minerari, segherie-cartiere lunghe decine di chilometri come quella di Ust-Ilimsk dove si triturano tre milioni e mezzo di metri cubi di alberi all'anno, pozzi petroliferi a depurazione zero.
E' qui, soprattutto intorno all'inquinatissimo lago Baikal dove ancora oggi sopravvive una foca di acqua dolce (una delle tre specie al mondo), che partirono i primi movimenti ecologisti sovietici, combattuti prima e poi accettati dalla glasnost gorbacioviana. é proprio a Irkutsk che mosse i primi vagiti di ambientalista lo scrittore Valentin Rasputin.
Qui infatti c'era la piu' grande foresta del mondo, la taiga (pino silvestre, betulla e abete artico insieme), vasta il doppio della foresta pluviale amazzonica, il 25 per cento di tutte le foreste del mondo. Partiva dalla Scandinavia e arrivava a Vladivostock.
Qui tutt'oggi si catturano con trappole a ganascia ed a tagliola per le pelliccerie italiane e di mezzo mondo i candidi ermellini, le grosse martore, le maculate linci e i fantastici scoiattoli volanti, capaci di discendere, con il loro paracadute di pelo, dalla cima delle piu' alte betulle fino a terra. Non mancano nel carniere rarissimi zibellini selvatici, i visoni dal pelo scurissimo, i grandi castori fabbricatori di dighe perfette.
Al danno alla fauna e' arrivato di pari passo quello ambientale. Milioni di ettari sono stati disboscati per raddoppiare la Transiberiana, allargarla e fare strade di penetrazione forestale. Citta' di cemento, grigie e lugubri, sono state costruite su palafitte, all'interno di paludi, un tempo regno delle gru, dei cigni, delle oche selvatiche.
Perche' la storia in fondo e' racchiusa anche nel nome: Siberia, agghiacciante parola di sette lettere.
Luogo di massacri e di campi di concentramento per oppositori ai regimi zarista prima e sovietico poi.
Poteva un luogo come questo interessare a qualcuno per la sua parte naturalistica, per il paesaggio, per la varieta' e la quantita' di popolazioni autoctone, cariche ognuna di cultura, linguaggio, tradizione, arte, folclore?
Qui si sono fatte esplosioni nucleari sopra e sottoterra, sono state sventrate montagne, deviati fiumi, cancellati popoli, deportate persone. Si sa con esattezza quanti miliardi di metri cubi sono stati sgretolati via, quanti milioni di ettari di foreste sono stati tagliati, quante miniere a cielo aperto sono state individuate e sbancate, quante gallerie scavate, quanto petrolio e metano succhiati, allagando di idrocarburi paludi e laghi, fiumi e praterie. Alla fine dei giochi prima l'Urss e poi la Russia non hanno ricevuto nessun giovamento in cambio di questo sperpero di risorse non rinnovabili. Il paese oggi e' a pezzi, sfiancato economicamente.
E questo nonostante sia stato portato via dalle viscere della Siberia un patrimonio incalcolabile: uranio, diamanti, oro, manganese, argento, nichel, petrolio, metano, legname pregiato in quantita' spropositate.